StillWandering ha scritto:Forse un tentativo si può fare, ma dipende da cosa vuoi davvero. Spesso è difficile far capire cose complesse a qualcuno, ma conun po' di pazienza, volontà e capacità si può fare. Tanto, chi non vuole capire, non capisce lo stesso, ma se si tiene a una persona si vuole almeno provare, prima di farsi da parte. A volte si lascia andare perché ci si convince che all'altra persona comunque non frega. Non lo so, messo così le informazioni sono poche perché possa dire qualcosa. Direi che se lo ami... provi a fare il tentativo. Anche dopo un anno... per capire com'è la situazione, se ne vale la pena o è proprio finita.
Ho paura, forse più di prima, perché da poco sto faticosamente ritrovando un equilibrio. Ho paura che mi dia la spinta per cadere giù.
Mi contraddico, lo so, ma sono combattuta. In parte ho il rimorso perché non saprò mai come sarebbe andata... e se lui avesse compreso? se mi fosse venuto incontro? se non si fosse arrabbiato?
Se le cose fossero andate bene ora sarei di gran lunga più felice, non avrei questo magone in gola e, soprattutto, potrei confidare nell'aiuto dell'unica persona che davvero poteva aiutarmi.
Ma se invece mi avesse rifiutato? Ora sarei cibo per vermi.
Non so cosa sto aspettando. Se ancora non l'ho superata, vuol dire che non ho lasciato la presa. Forse aspetto di raggiungere uno stato di quiete mistica in cui sarò in grado di affrontare qualsiasi cosa accadrà...
Davy Jones ha scritto:Era necessario che venisse subito a conoscenza di quella parte di te che ancora non gli avevi mostrato?
In parte sì. Lo avevo messo in guardia, gli avevo spiegato preventivamente che iniziare qualcosa con me era un azzardo e che se non se la sentiva lo avrei capito. Mi ero accanita particolarmente sulla questione "non sono priva di complicazioni quanto sembro", ma è come se avessi detto a una persona al volante "fa' attenzione" senza specificare a cosa. Infatti non ha capito.
Davy Jones ha scritto:Non potevi lasciare che la scoprisse lui con il tempo? Un conto è ingannare la gente facendogli credere qualcosa di falso, un altro è non rivelarsi completamente...
Spiegarglielo avrebbe messo in discussione tutto ciò che conosceva di me. A volte fatico a credermi da sola, come posso sperare che mi creda qualcun'altro?
Per la cronaca, è una cosa legata a un, mh, diciamo disturbo mentale. Non proprio, a seconda delle correnti di pensiero, ma quasi. Boh. Non lo so nemmeno io.
È tutto troppo intricato. Troppe problematiche intrecciate. Troppa confusione.
Gli avevo già spiegato, per mezzi termini, che non stavo bene, ma lui si ostinava a dire "non sei pazza, hai solo qualche problema, possiamo risolverlo". Forse mi piaceva il fatto che credesse nell'integrità della mia testa, perciò non ho voluto smentirlo.
Davy Jones ha scritto:Non credo fosse paura di perderlo (visto che poi l'hai addirittura cacciato tu), forse avevi più che altro paura che lui smettesse di apprezzarti...
Entrambe. Avevo paura del rifiuto e avevo paura di non piacergli più (o, peggio, che potesse rivedere quello che provava, decidendo che non gli ero mai piaciuta).
Davy Jones ha scritto:Sul ricontattarlo non saprei, potresti avere brutte sorprese. Se riesci a farlo senza aspettative e tenendo presente che potresti trovare qualcosa di terribile (l'indifferenza)...
Non ci riesco. E oltretutto non avrebbe senso, perché non avrei comunque il coraggio di parlargli onestamente.