paradosso ( pippe mentali )

Dovevo chiederlo prima o poi.

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

paradosso ( pippe mentali )

Messaggioda LuxUmbra » 30/11/2015, 19:53



Mariuca, trovo sempre molto interessanti le tue riflessioni, che non trovo assolutamente illogiche. Sono domande intelligenti, pensieri profondi, alla quale si vorrebbe dare una forma concreta e tangibile per arrivare a sentir forse di più, più forte, la vita, noi stessi, non so...

Anche io ultimamente mi stavo confrontato con queste domande. Se da una parte (ed io parlo di come mi sento io) la finitezza della mia vita mi fa cadere in un non senso esistenziale, che mi fa dire: "che ci faccio io qui se tanto dovrò morire? Cosa devo fare in questo frangente di tempo?" e quindi farmi cadere in uno stato di inutilità e profonda tristezza; dall' altra mi ritrovo a pensare che essere immortale fisicamente è un fardello troppo faticoso da sopportare e appunto, finiremmo sempre in un' insensatezza dell' esistenza, forse ancora peggiore del saperci creature mortali. Per cui, penso anch'io sia un enorme paradosso da cui non ci si può liberare.
A volte penso che mi sarà di sollievo la morte, perché è tutto troppo e sempre insufficiente (per me), altre volte invece ho paura della morte e vorrei avere il desiderio di non far mai finire le emozioni, seppur negative, che provo. Voglio emozioni, forti e intense e penso che attraverso al dolore che provo è più facile provarne.
Io mi ero pure imputata sul dire assurdamente: "E se esistesse una vita dopo la morte e fosse dolorosa come la vita che ho vissuto? E il dolore si perpetuasse anche nell' al di là?" Questo mi inquieterebbe non poco.
Ho anche riflettuto sul fatto del suicidio e facendomi influenzare da testi e film sono arrivata a pensare che se mi suicidassi l' al di là per me sarebbe l' inferno, per cui anche trovato un altro motivo per cui il suicidio mi fa paura.
Non sono credente, ma l' immaginazione apre infinite soluzioni e della morte, noi, non sappiamo nulla...
Grazie dell' interessante argomento che hai tirato fuori. :)
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paradosso ( pippe mentali )

Messaggioda Premio Nobel » 30/11/2015, 20:11



Secondo me, non sta nella lunghezza o nella eventuale vita infinita il senso stesso della vita.
Anche perchè la domanda che ti poni è "perchè sto vivendo?" È questa domanda me la porrei comunque in caso di una vita eterna

Il senso della vita effettivamente non lo conosco, tuttavia non conosco nemmeno nessun motivo per non vivere la propria vita... Quindi ti direi, se esiste il senso della vita, non lo dovresti cercare nell in finitezza della vita
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paradosso ( pippe mentali )

Messaggioda jack.folla » 30/11/2015, 20:47



LuxUmbra, le mie sono solo delle riflessioni, quindi non fraintendere! ...
A volte anch'io mi sento come te ma penso che questo sia dovuto al fatto che no siamo felici, che no stiamo bene, che no abbiamo quello che desideriamo.Credo che nessuna persona davvero felice vorrebbe morire. Se hai un esistenza serena con delle persone che ti amano e che tu ami tantissimo ,serenità per il tuo e il loro futuro , non se se penseresti al voler morire...anche semplicemente per il fatto che sapresti quanto ne soffrirebbero loro. Quindi penso che ci troviamo a pensare che vivere in eterno sarebbe un fardello proprio perché insoddisfatti da questa vita ,stufi di soffrire. Poi quando dici che attraverso il dolore riesci a provare delle emozioni più forti....non sono delle emozioni, è solo malessere e hai bisogno di quel dolore per sentirti viva ,perché forse nel subconscio ,il dolore è percepito come qualcosa da superare il prima possibile e questo ti da la forza di andare avanti. Ripeto, queste sono delle mie riflessioni....sto cercando di analizzare e di capire (di capire anche me stesso)...quindi non sono delle affermazioni da ritenere assolutamente valide!
Se poi ci tocca soffrire anche nell'al di là, questo non ne ho idea....ma spero nel caso di trovare il modo di uscirne anche da quella sofferenza .
Invece non ho capito perché dici che nel caso del suicidio ti aspetterebbe l'inferno nell'al di là. E perché la chiesa sostiene così? O hai letto qualcos'altro a riguardo? Come regola generale e senza alcuna intenzione d'istigare al suicidio! sappi che ciò che afferma la chiesa è molto diverso da ciò che sostiene la bibbia! E ripeto, si tratta di una regola generale ...e potrei farti alcuni esempi.Mettiamola così: se ciò che ti tiene in vita ( o comunque condiziona le tue libertà di scelta in qualsiasi situazione) è la paura di finire a l'inferno ...allora dovresti riconsiderare tutta la tua esistenza, frequentare una chiesa o un convento, cercare di rimettere a posto tutti i tuoi peccati (ricordati che anche il pensiero è un peccato) e finiresti per vivere il resto della tua vita molto peggio di quanto tu abbia fatto fino adesso . Poi se vivere un esistenza così sarebbe gradito da dio per evitarci l'inferno, quanto buono sarebbe questo dio visto che vuole farci soffrire così? ...Sono solo delle riflessioni, non sto sostenendo alcuna teoria/opinione....sto solo cercando di ragionare ..
LuxUmbra ha scritto:Mariuca, trovo sempre molto interessanti le tue riflessioni, che non trovo assolutamente illogiche. Sono domande intelligenti, pensieri profondi, alla quale si vorrebbe dare una forma concreta e tangibile per arrivare a sentir forse di più, più forte, la vita, noi stessi, non so...

Anche io ultimamente mi stavo confrontato con queste domande. Se da una parte (ed io parlo di come mi sento io) la finitezza della mia vita mi fa cadere in un non senso esistenziale, che mi fa dire: "che ci faccio io qui se tanto dovrò morire? Cosa devo fare in questo frangente di tempo?" e quindi farmi cadere in uno stato di inutilità e profonda tristezza; dall' altra mi ritrovo a pensare che essere immortale fisicamente è un fardello troppo faticoso da sopportare e appunto, finiremmo sempre in un' insensatezza dell' esistenza, forse ancora peggiore del saperci creature mortali. Per cui, penso anch'io sia un enorme paradosso da cui non ci si può liberare.
A volte penso che mi sarà di sollievo la morte, perché è tutto troppo e sempre insufficiente (per me), altre volte invece ho paura della morte e vorrei avere il desiderio di non far mai finire le emozioni, seppur negative, che provo. Voglio emozioni, forti e intense e penso che attraverso al dolore che provo è più facile provarne.
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paradosso ( pippe mentali )

Messaggioda Mariuca » 30/11/2015, 21:59



Grazie Jack, per le informazioni. I punti di vista altrui sono forse, la cosa che cerco aprendo questo topic.
Potrei sembrare arrogante ma anzi, mi sono appena resa conto che quello che vorrei davvero, sarebbe un qualcuno che VENGA QUI, CON MAESTRIA, A SMONTARE LE MIE TESI DEPRIMENTI!

Comunque per quanto riguarda il versante religioso, può essere interpretato in mille modi diversi e quindi non mi esprimo, non ho bisogno di altea confusione ahah. Tra l'altro, tendo sempre a dissacrare tutto. :mmm2:
Posso solo dire, nel mio modo di vivere la vita così intrinseco al dolore( come dice lux, a volte credo di preferirlo alla morte, a volte no), cosa provo quando leggo di certe affermazioni.
Ad esempio il " peccato", secondo me è un concetto assurdo, per me questa parola non dovrebbe neanche esistere. É un concetto che sembra essere nato in stretta associazione al " piacere". Perché frenare il piacere di un"peccato", soprattutto noi che siamo così demotivati e depressi? É davvero limitante, come tanti altri preconcetti.
E poi, questo dualismo bene / male con cui siamo cresciuti e plagiati, é altrettanto assurdo. Il bene e il male spesso si confondono, divergono e si mescolano tra loro, io convivo, impazzisco, mi muovo con entrambe le loro presenze. Non c'e una differenza valida per tutti noi, dal momento che sono così relativi, incontrollabili.
Mi sembra che siamo tutti confusi e molteplici, pur se nelle nostre singole identità . Sono abbastanza convinta che anche le persone considerate"normali" , hanno avuto nella vita almeno un'esperienza di incoerenza emotiva, di pulsioni contrarie alla morale più radicata, o cose del genere. Chi è che non ha mai delle crisi?
E questo Dio, se inteso come crudele ed egoista, cosa vuole impedirci? C'ho ha scritto questo libro, come si aspettava lo intrepretassimo?


Per quanto riguarda l'anima, la tua é una tesi convincente. Sarebbe bello se esistesse davvero, come tu dici. ^_^
Però, ad esempio perché i neonati, non hanno questa cosa che si manifesta come"anima", e l'acquisiscono pian piano con l'esperienza fenomenica? Cioè, se l'anima fosse un concetto così divino, eterno, in contrasto con la carne, da persistere anche dopo la morte fisica...perché quando nasci non c'è? Forse proprio perché il cervello stesso essendosi appena formato non sa fare altro che svolgere le sue funzioni basilari, reagire agli stimoli, regolare il corpo etc..

( Non sono provocazioni, queste , sono solo domande che sento il bisogno di condividere, non pretendo per forza delle risposte)


Lux, provo le stesse sensazioni che dici tu, condivido ogni singola parola, credo che viviamo la vita in maniera davvero simile. Io vorrei avere disperatamente delle certezze, anche piccole, su questi paradossi e questi dubbi, perché sarebbe come potermi appoggiare a qualcosa e respirare, aggrapparmi al bordo, stringere una corda.
Un traguardo, un premio, un livello successivo, una qualsiasi cosa, anche sciocca, che dia senso e una svolta a questa farsa che é la mia vita.
Niente é mai sufficiente, e se lo fosse, come ho già detto, sarei frustrata lo stesso. Perché sono arrivata ad un punto, ormai, che non so neanche cosa desiderare ( non perché io sia già fin troppo realizzata, eh).

Sul suicidio, ho avuto anch'io come delle premonizioni, delle visioni, ovviamente, del tutto irrazionali. Anche molti incubi strani, in cui sognavo di morire per mano mia, ma di esistere ancora nel terrore, di quell'attimo ripetuto per sempre. Mi hanno spaventata, si. Anche paranoie in cui immaginavo che la mia anima potesse frantumarsi come il mio corpo, tra mille dolori diversi e raccolti in diversi trascorsi. L'idea di ripetere l'atto del suicidio rivivendolo per sempre, così senza motivo. Ma, come dici tu Lux, é solo immaginazione, e io mi lascio troppo andare..

Grazie comunque. :shy:
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Messaggioda La Musica del Vento » 01/12/2015, 18:30



Sul suicidio, ho avuto anch'io come delle premonizioni, delle visioni, ovviamente, del tutto irrazionali. Anche molti incubi strani, in cui sognavo di morire per mano mia, ma di esistere ancora nel terrore, di quell'attimo ripetuto per sempre. Mi hanno spaventata, si. Anche paranoie in cui immaginavo che la mia anima potesse frantumarsi come il mio corpo, tra mille dolori diversi e raccolti in diversi trascorsi. L'idea di ripetere l'atto del suicidio rivivendolo per sempre, così senza motivo.
Quel genere di incubi li faccio anch'io, e posso dire che spaventano, sì, e in più in quel momento sembrano reali, il fatto di morire, il contesto stesso in cui avviene la propria morte... è tutto tremendamente realistico. :violin:
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Messaggioda Mariuca » 01/12/2015, 19:04



Musica, mi conforta sapere che non sono l'unica, quei momenti sono talmente realistici che quasi quasi, mi fanno credere che morire sia davvero così.
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Messaggioda LuxUmbra » 01/12/2015, 19:08



[quote="jack.folla"]LuxUmbra, le mie sono solo delle riflessioni, quindi non fraintendere! ...

Ma no, non fraintendo nulla! Ho espresso solo il mio pensiero, come hai fatto tu. ;)
Pensieri laici, non c'entra nessun dio con i miei discorsi. Ho parlato in senso figurativo, metaforico. Quando dicevo che se dovessi suicidarmi, sarebbe un inferno, era solo in riferimento a un' immagine inquietante che ho creato io, influenzata in particolar modo da un film "Al di là dei sogni" e da dicerie terrene cosi, ma che non ha attinenza con la fede.
Siccome della morte non sappiamo nulla, non sappiamo se dall' altra parte potrebbe esserci qualcosa, allora sai, hai paura che facendo un gesto come quello del suicidio poi venga "punito" ma sono scenari immaginari impossibili! :)

L' immortalità credo che si raggiunga in altri modi. Se non si può a livello fisico vivere in eterno, la si può raggiungere con altre vie.
Quando noi scriviamo di qualcuno per esempio o quando scriviamo di noi stessi, già cosi non lasciamo un' immagine fissa nella memoria? Il cardine forse è proprio quello "la memoria". Memoria di chi resta, di chi viene dopo...
Chi non conosce per esempio Dante? Non si è forse costruito un immortalità un personaggio del genere?
Per me il concetto di immortalità dunque, la si può racchiudere in questo. Poi, potrei anche sbagliarmi, ma è modo questo per perpetuare il nome, l' essenza di una persona. E io ho fatto solo un esempio, ma ci son altri modi, nel mondo artistico, di creare questo legame infinito...
Vabbè forse vaneggio, chissà.
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Messaggioda La Musica del Vento » 01/12/2015, 19:10



Mariuca ha scritto:Musica, mi conforta sapere che non sono l'unica, quei momenti sono talmente realistici che quasi quasi, mi fanno credere che morire sia davvero così.

Io ne sono convinta, se non altro per quanto riguarda il suicidio.
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Re: R: paradosso ( pippe mentali )

Messaggioda alessandro2104 » 01/12/2015, 19:19



LuxUmbra ha scritto:
jack.folla ha scritto:LuxUmbra, le mie sono solo delle riflessioni, quindi non fraintendere! ...

Ma no, non fraintendo nulla! Ho espresso solo il mio pensiero, come hai fatto tu. ;)
Pensieri laici, non c'entra nessun dio con i miei discorsi. Ho parlato in senso figurativo, metaforico. Quando dicevo che se dovessi suicidarmi, sarebbe un inferno, era solo in riferimento a un' immagine inquietante che ho creato io, influenzata in particolar modo da un film "Al di là dei sogni" e da dicerie terrene cosi, ma che non ha attinenza con la fede.
Siccome della morte non sappiamo nulla, non sappiamo se dall' altra parte potrebbe esserci qualcosa, allora sai, hai paura che facendo un gesto come quello del suicidio poi venga "punito" ma sono scenari immaginari impossibili! :)

L' immortalità credo che si raggiunga in altri modi. Se non si può a livello fisico vivere in eterno, la si può raggiungere con altre vie.
Quando noi scriviamo di qualcuno per esempio o quando scriviamo di noi stessi, già cosi non lasciamo un' immagine fissa nella memoria? Il cardine forse è proprio quello "la memoria". Memoria di chi resta, di chi viene dopo...
Chi non conosce per esempio Dante? Non si è forse costruito un immortalità un personaggio del genere?
Per me il concetto di immortalità dunque, la si può racchiudere in questo. Poi, potrei anche sbagliarmi, ma è modo questo per perpetuare il nome, l' essenza di una persona. E io ho fatto solo un esempio, ma ci son altri modi, nel mondo artistico, di creare questo legame infinito...
Vabbè forse vaneggio, chissà.


Io so cosa vi è oltre la morte, nessuno però sembra ascoltarmi... Sarà tutta questa confusione di internet...
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Messaggioda jack.folla » 01/12/2015, 19:32



Allora sappi che Dante è un pessimo esempio. Nel senso che L'inferno di Dante, L'odissea di Omero ,L'enuma elis e la bibbia , sono libri che raccontano tutti la stessa storia e dato che sono tutti ispirati ai testi sacri delle culture precedenti (al cristianesimo) , sono testi destinati a resistere nel tempo. Ma comunque il concetto che hai espresso l'ho capito. Solo che quello che affermi tu si riferisce a l'immortalità del ricordo di una persona e non alla persona stessa. Invece io penso che effettivamente l'anima/spirito/essenza (non per forza divina)...chiamala come vuoi continua ad esistere anche dopo la morte. Ti racconto velocemente (che devo scappare tra un po) la mia esperienza. Anni fa, il mio nonno è morto in casa della nonna. Ormai i medici ci avevano avvisato che li restava qualche giorno di vita e la nonna ha deciso di portarlo a casa. Siccome lei era anziana mi ha chiesto di vegliarlo io di notte, quindi la sera sono andato lì. Quella sera lui è morto e visto che era tardissimo l'abbiamo tenuto in casa fino alla mattina. Ora , ti giuro che sentivo la sua presenza (o comunque una presenza) in quella stanza! A l'epoca avevo sui 20 anni quindi non ero più un bambino da spaventarmi così facilmente...eppure c'era una presenza in quella stanza e mi metteva tantissima inquietudine. Nei giorni successivi al funerale , si percepiva ancora una "strana presenza" nella camera del nonno e non ero l'unico a sentirla, tant'è che la nonna ha deciso di tenere la porta di quella camera sempre chiusa. Qualche volta capitava che dovevo entrare a prendere delle cose e mi veniva sempre la pelle d'oca entrando lì. Ecco, penso che questo dimostri che una qualche essenza dentro di noi c'è, e non muore insieme al corpo fisico. Poi se questo sia un bene o un male, se da l'altra parte ci aspetti qualcosa di bello o di brutto, non ne ho idea.

LuxUmbra ha scritto:
jack.folla ha scritto:LuxUmbra, le mie sono solo delle riflessioni, quindi non fraintendere! ...

Ma no, non fraintendo nulla! Ho espresso solo il mio pensiero, come hai fatto tu. ;)
Pensieri laici, non c'entra nessun dio con i miei discorsi. Ho parlato in senso figurativo, metaforico. Quando dicevo che se dovessi suicidarmi, sarebbe un inferno, era solo in riferimento a un' immagine inquietante che ho creato io, influenzata in particolar modo da un film "Al di là dei sogni" e da dicerie terrene cosi, ma che non ha attinenza con la fede.
Siccome della morte non sappiamo nulla, non sappiamo se dall' altra parte potrebbe esserci qualcosa, allora sai, hai paura che facendo un gesto come quello del suicidio poi venga "punito" ma sono scenari immaginari impossibili! :)

L' immortalità credo che si raggiunga in altri modi. Se non si può a livello fisico vivere in eterno, la si può raggiungere con altre vie.
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