Ho appena finito di mangiare con i miei. Pesce, un bel banchetto. Senza il minimo appetito. Il Natale era un tempo un momento di gioia, ma poi il tempo passa, più pesa la paura del futuro. Non posso dimenticare i problemi di salute che gravano sui miei, nè su di me. Non posso non immaginarmi da solo entro pochi anni. E una morsa mi stringe lo stomaco, il fegato riprende a farmi male. Impedendomi di godermi almeno un po' quel cibo.
Ripenso con nostalgia ai tempi in cui credevo che un signore grasso e gioviale volasse su una slitta per portarmi dei regali. Non che sia stato abituato a questo, i miei hanno smesso di farmi regali già da molto tempo, ma anche un minimo di atmosfera natalizia era preferibile al sentire queste preoccupazioni gravare così tanto.
Al sentirsi così soli. All'aggrapparsi disparate a quelle esigue figure genitoriali che non si è mai sentite proprie. Al masticare amaro nel sbirciare sui social network i natali almeno apparentemente felici degli altri.
Vi capisco perfettamente.