(Titolo ispirato ad un geniale gioco flash online)
L'inizio della fine è stato il momento della nascita.
Infatti, da quel momento tutto cominciò a precipitare.
Pensandoci, nel momento in cui si nasce si inizia anche a morire, e non solo da un punto di vista scientifico.
La mia vita inizia dal mio primo ricordo, mio padre che litiga con mia madre.
Poi un susseguirsi di vaghi ricordi, l'operazione d'ernia inguinale, il primo giorno di scuola elementare e poco altro di rilevante (se non episodi di violenza su di me, sui miei fratelli e su mia madre da parte di mio padre).
Arriva la scuola media, inizio male, prendo addirittura un 5 (scandaloso, almeno per i miei), poi mi riprendo e supero l'anno. Nel secondo anno ho un buon andamento. Nel terzo anno i miei problemi di natura sociale iniziano a diventare seri.
Al termine di un anno scolastico vergognoso sotto tutti i punti di vista, arriva un evento molto importante per lo sviluppo della mia storia.
Alla recita di fine anno, alla quale non ho preso parte (perché un professore, per vendicarsi del fatto che io non avessi partecipato alla tradizionale caccia al tesoro natalizia, a causa dei miei problemi, mi aveva escluso), gli alunni spettatori (come me), vengono invitati a salire sul palco. Io non salgo, la mia fobia sociale mi blocca completamente. L'anno finisce così, con il cazziatone finale da parte di uno dei professori che stavano lì intorno.
Ed è lì che la scoperta del mio essere ha avuto inizio.
Intanto iniziano le superiori, primo anno in una classe di sconosciuti.
Dopo un breve periodo di ambientamento, e dopo aver litigato con il solito bulletto grassottello che mi aveva preso di mira dall'inizio (che poi si rivelerà una delle persone più leali conosciute nella mia vita), riesco sorprendentemente a integrarmi bene nella classe. A fine anno ottengo addirittura la media dell'8 e ricevo una borsa di studio. I primi tre anni e mezzo volano, anche se la mia vita sociale è costituita unicamente dalla giornata scolastica.
Inizio a presentare i primi sintomi di depressione, e inizio a pensare che la mia non sia solo timidezza. Mi informo, scopro questo forum e inizio a scrivere qualcosa ogni tanto, sperando di trovare supporto. Nel contempo trovo informazioni sulla fobia sociale, ma per il momento rifiuto di credere che io ne sia affetto.
Gli ultimi due anni iniziano a farsi pesanti, i risultati scolastici calano drasticamente, le forze iniziano ad abbandonarmi, sono chiaramente affetto da depressione. Inoltre mi convinco di essere affetto da fobia sociale, anche se in seguito scoprirò di essermi sbagliato.
Arriva l'ultimo anno, stabilisco il mio personale record di assenze da scuola (oltre 30). Nonostante questo, riesco a diplomarmi con un discreto voto (82). Ma in questo ultimo anno la scoperta del mio essere compie passi da gigante.
Inizio a comprendere, anche se in minima parte, la mia esistenza.
Inizio a capire che io non sono affetto da fobia sociale, ma più semplicemente non sono un animale sociale. Di fatto, io non sono un uomo (che per definizione scientifica, è un animale sociale), bensì un'altra razza di essere umano. Una razza che non ha bisogno di rapporti con uomini, ma ne avrebbe bisogno con altri esseri della stessa razza. Una razza assolutamente inadatta a questa società, modellata sulle caratteristiche degli uomini. Una razza che ama la solitudine, ma che in alcuni casi ha anche bisogno di condivisione. Una razza inutile, una razza debole, e che quindi secondo le leggi della natura è andata estinguendosi.
Ad ora sono iscritto all'università alla facoltà di ingegneria informatica, fare l'informatico era il mio sogno fin dalle medie. Ma ora non lo è più, e infatti i risultati sono scadenti. Non ho il coraggio di parlare con i miei, anzi, ci ero incredibilmente riuscito con mia madre, prima di iscrivermi all'università. Gli dissi che avrei voluto studiare psicologia, ma il suo apparente appoggio era solo una maschera della delusione. Stesso discorso con mio padre, e quindi sono stato "costretto" ad iscrivermi ad ingegneria.
Non sopporterei di diventare un peso per i miei, pertanto sto pensando di scappare a fine anno universitario, se la situazione dovesse rimanere questa, per trovare un lavoro e poter ripagare i soldi spesi dai miei per il mio fallimento.
Scappando potrei anche finalmente scegliere liberamente, realizzare i miei sogni.
Purtroppo so già che tutto questo sarà impossibile, pertanto non mi resta che il suicidio, anche se non riesco a trovare il coraggio di farlo, e questo a causa dell'essere che mi governa (se dovesse interessarvi questo argomento, potete leggere il topic "Capire d'esser vivo").