da io sono Nessuno » 10/02/2016, 13:58
10 febbraio, Giorno della Memoria.
Per ricordare le decine di migliaia di vittime Istriane, Fiumane, Dalmate, Giuliane,
in gran parte gettate nelle foibe carsiche, pochi "fortunati" dovettero lasciare
le loro terre di millenaria cultura veneziana, per l' unica "colpa" di essere tali.
Valgano come memento le stupende poesie di Pietro Luigi Crasti Visintini.
Foiba d’ Istria (Assassinio di massa)
Giù, giù,
giù in fondo
cado nel grande buco nero
scavato nella terra fredda
con pareti di roccia,
cado giù,
la testa su una roccia,
la spalla anche,
che sanguina e colora il mio compagno legato di rosso,
il vuoto sotto di noi
gli spari sopra,urla,
urlano i miei paesani,
altro sangue cade da sopra,
ho la testa bagnata di sangue,
sono debole e stanco,
cado col petto,
non sò se sono morto
ma la mia gente sì,
tutta o quasi,
lì con me nel buco,
fra poco anch’io con loro.
CONFINE
Confine degli uomini che si muove
come si muove la lama di un coltello che taglia.
Taglia paesi,
taglia uomini, donne, vecchi e bambini,
taglia il passato, il presente, il futuro
si muove e taglia
taglia e si muove
la lama di quel coltello.
LACRIME NOSTRE
Lacrime vuote,
senza presenza fuori,
gonfie di esistenza dentro.
Per una gente che,
dov’ è?
Per una terra che,
c’è ma non più.
Un paese, più paesi
che così più non si chiamano,
gente che sà di essere
che non sà come chiamarsi.
Lacrime che gridano di soffocato dolore,
lacrime e lacrime ancora.
GIULIA e DALMAZIA
Non ti hanno vinto,
né mai riusciranno a farlo.
Saper morire è la miglior certezza di vivere per te.
L’assassino era certo che,
prendendo la carne della Tua gente,
afferrando i suoi vestiti,
tutto sarebbe stato suo,
suo e per sempre.
L’assassino non aveva paura,
perché era lui a far paura.
Ma sarà certo che paura avrà,
quando i suoi figli,
chiederanno: “Perché?”
ISTRIA
La tua forma ricorda il cuore,
cara Istria.
Il cuore della tua gente,
che con te batteva,
che sentimento aveva ed ha.
Gente che ha rifiutato di vendere il suo sentimento,
pur soffrendo ha scelto il tuo abbandono
Abbandono,
miglior atto d’affetto per te.
Sentimento non come atto di tornaconto,
né del solo prendere,
bensì del dare.
Solo dare,
quale amore!
Amore che diverrà eredità del cuore,
per chi saprà sentirla,
per chi ancora saprà far scuotere il suo cuore
come il cuore della tua gente
che con te batte.
CITTA’ SCORDATE
Pola, Fiume, Zara. Eravate italiane ed ora non più.
Gli italiani appartenevano a voi
e voi a loro.
Tante tracce hanno lasciato,
tracce d’ingegno,
tracce d’arte.
Gli italiani d’oggi più non si ricordano,
coloro che ricordo serbano,
credono ch’ esso è come una foto ingiallita in un album da dimenticare.
Memoria del passato che si vuol perduta.
Vanità del presente,
incertezza del futuro.
http://www.utopia.it/