.Daniel ha scritto:Wow, è un pensiero molto profondo il tuo e non sai quante volte mi sono soffermato su questo, sentendomi come perso, insignificante, vuoto. Il fatto è che hai ragione, capisco cosa vuoi dire. Ti guardi intorno e capisci che ogni cosa ha una data di scadenza sopra, che un giorno tutto sarà diverso, estinto. Magari ti guardi allo specchio e vedi una persona giovane, un corpo forse agile, una mente attiva e subito dopo capisci che, beh, un giorno non sarai così. Un giorno i tuoi capelli ti si faranno bianchi, inizierai a sentirti più debole, meno capace di muoverti, e lentamente marcirai. E la cosa più terribile è che nulla dura per sempre. Magari ti potresti dedicare alla realizzazione di un progetto, ma poi? Poi cosa? Che sia una azienda, anche quella finirà, e che sia il tuo ricordo che cercherai di far vivere dopo che non ci sarai più, anche quella sparirà. Ricordi forse chi era il tuo bisnonno? Un giorno magari non si ricorderà neanche chi era Einstein, e un altro la razza umana non ci sarà più. E comunque tu non ci sarai per godere anche solo di ciò che hai creato in vita. Ma allora perché andare avanti? Perché sforzarsi di inseguire l'impossibile, di avere il potere di essere immortali? Perché illudersi, come fanno tutti, di contare qualcosa, di credere di essere diversi, migliori di qualcun altro? Beh, io ti dico, non farlo. Semplicemente non farlo. Rassegnati all'evidenza.
Vedi, il fatto è che tu non hai veramente bisogno di contare. Anzi, il fatto stesso che tu dica di non contare è un giudizio di valore, una tua percezione. Nella realtà non esistono valori. Puoi dire che qualcosa sia più importante di un'altra, ma sarà solo un punto di vista, una delle infinite lenti di ingrandimento su un universo ampio e che funziona anche senza di te. Il fatto è che tu sei parte di una macchina, di un tutto, di qualcosa di eterno nel suo essere. Puoi concepire un universo che non esista? Per come la vedo io tutto muta, ma tutto esiste. E non nella sua forma originaria, ma nel fatto di esser parte della realtà. Tu sei realtà perché sei parte dell'universo. Ciò che fai, anche solo il fatto di essere lì significa che esisti. Ed un giorno la tua coscienza non esisterà, ma non sarai lì a soffrirne. Il tuo corpo sarà presente, si muterà, si trasformerà. Ma il fatto è che non ha importanza il tuo valore, non ha importanza l'importanza. Tutto è e sempre è. Che cosa voglio dire con questo? Che se ci pensi, forse non devi trovare ciò che sia certo, immortale per cui vivere, ma solo esplorare e soddisfare il tuo bisogno. Quello che dici lo poni in maniera molto triste, ed io l'ho vissuto così. Però credo che tu non comprenda invece la bellezza di quel che scrivi e le potenzialità che questa tua visione ti può offrire. Ti sorprenderà forse sapere che questo tuo pensiero è il fondamento del buddismo, che è a partire da questa consapevolezza che puoi finalmente iniziare a sentirti libero. Perché? Perché se nulla ha importanza, se nulla dura per sempre, se non esistono valori assoluti, certezze, allora tu sei libero; sei libero di poter comportarti come vuoi, di fare della tua vita quello che vuoi. Che tu muoia oggi, che muoia domani, non ha importanza. Non ha importanza se ad esempio in futuro sarai disoccupato, se non troverai l'amore della tua vita, se non avrai una vita convenzionale con moglie e figli, se sarai o non sarai di successo. Tutto alla fine si estingue. Ma cosa significa questo? Che tu puoi esplorare, vivere emozioni forti, fare della tua esistenza una occasione per divertirti, per assaporare momenti importanti, per sentirti parte della natura (perché tu sei parte di qualcosa di eterno che è la natura, l'universo, il divenire), per sentire il sapore di un frutto nella tua bocca, per sentire la brezza leggera che ti accarezza il viso sotto i raggi del sole, puoi provare l'offesa come la parola di conforto, la rabbia come la gioia, puoi fare quel che vuoi, esplorare quel che vuoi, fare di ogni singolo istante quel che vuoi. Tu sei in potere, eccome che sei in potere! Tu hai la possibilità non di cambiare il mondo; tu hai la possibilità di cambiare il tuo mondo, di vivere il tuo mondo, di fare del tuo presente quello che vuoi! Capisci quanto sei potente? Capisci di cosa sei capace? Tu sei il Dio della tua vita. Alle volte ci penso ed in effetti è come giocare ad un videogioco. Ha importanza che un giorno finirà? Non direi. Ti limiti a godere del momento, ti diverti a superare l'ostacolo, esplori, provi, senti. Tu sei già qualcosa di eterno perché sei parte del mondo intorno a te. Trai conforto da questo e cerca il tuo mondo. Cerca il tuo scopo, quello che senti ti ispira, che ti viene da dentro, e se non lo troverai, non avrà comunque importanza. Trai conforto nell'esser libero da qualsiasi valore e fai del tuo presente quel che vuoi. Sei libero.
Comprendo questo punto di vista, anche perché ho avuto modo di confrontarmici leggendo Nietzsche, dato che la sua filosofia morale condivide più o meno questi principi, però non riesco a farli miei, perché io non vivo giorno per giorno, momento per momento, ma dedico la maggior parte delle mie forze in vista del futuro, per riuscire a realizzare qualcosa, nonostante l'instabilità del tutto. Si può dire che io agisco cercando di costruire qualcosa di stabile, che però stabile non è e non può essere (e questo è causa di angoscia); e non posso fare diversamente. Questo non vuol dire che io non viva gli eventi presenti, ma questi non li vedo come il centro della mia vita, perché sono appunto solo dei momenti e in quanto tali si dissolvono rapidamente nel passato. Certo, non nego il piacere causato dal godere delle piccole cose, dei brevi momenti, ma questi non esauriscono il senso che io ho posto alla mia vita. Io non riuscirei a vivere se non mi proiettassi in qualche modo nel futuro, ponendomi degli obiettivi da raggiungere. E con obiettivi da raggiungere non intendo necessariamente il contare, l'avere valore, ma quel qualcosa - anche di molto semplice - che mi spinga ad agire.
Non so se mi sono spiegato, è possibile che non abbia esposto in maniera molto precisa quello che intendo, ma ora come ora non mi viene in mente un altro modo per farlo.