da Lester » 18/05/2017, 20:14
Ciao crisbil
hai qualche anno in più di me e quindi non mi sento di darti dei consigli.
Da parte mia so che due anni fa per me è iniziato un calvario simile al tuo, ovvero zero relazioni, solo lavoro, lavoro, lavoro e per cosa poi? Per sopravvivere.
In più un incubo ulteriore è quello di non riuscire a vedere realizzarsi nessuna delle mie aspirazioni artistiche: sono un fallito nella scrittura, come nella pittura, come nella musica, come nella vita.
Per ora, però, continuo a fare ciò che mi piace (scrivere, disegnare, leggere, vedere film, viaggiare) senza aspettarmi più un parere da parte del resto del mondo.
Organizzo viaggi in solitaria secondo criteri alfabetici e letterari di mia invenzione; stampo e rilego in casa con colla e filo i libri che scrivo; costrisco pinhole camera da scatole di fiammiferi; cerco di crealizzare cose con le mie mani guardando i tutorial su youtube; ristudio la storia, la geografia e l'arte a modo mio; e sai una cosa? Non so più se essere spaventato da ciò che sono diventato oppure se vedere una qualche forma di "evoluzione" in tutto questo isolamento, una specie di ribellione allo schifo che mi circonda.
Certo penso che la vita sia altro, e credo che questa condizione non potrà durare per decenni; che prima o poi le mie risorse interiori (e non pensavo nemmeno di avere!) si esauriranno, un giorno.
La mia unica certezza, però, è che se qualcuno decide di togliersi la vita non deve incolpare solamente sè stesso.
In questi due anni mi sono reso conto più che mai di avere tantissimo da dare al mondo (come tutti d'altra parte), ma a causa degli str...i che mi circondano ogni mia azione viene annichilita.
Sì, questa è una denuncia per tutti quelli che hanno vissuto accanto a persone che si sono tolte la vita: non erano loro a non possedere la forza di continuare a vivere, erano piuttosto quei parassiti che li circondavano a non averne.
E se è vero che la società è il riflesso di quello che siamo e di quello che diamo, allora sarà vero anche il contrario, perchè noi, in quanto componenti della "società", siamo i frammenti di quel grande specchio: se siamo circondati di nulla diventeremo nulla.
Spesso immagino la mia morte, e vorrei che uno sconosciuto, uno qualsiasi, spalanchi il portale della chiesa, durante il mio funerale, e urli a tutti i presenti che sono dei grandissini str...i, che è stata tutta colpa loro, che ogni singolo amico, parente, collega di lavoro, prete (maledetti, perchè stipendiati), sindaco, psicologo (stramaledetti, perchè anche pagati), dovrebbero essere loro là dentro, a marcire, incapaci di tutto, persino di tenere viva una persona donandole il minimo richiesto: l'umanità.
Le persone più importanti per noi sono quelle che sanno emozionarci con frasi scritte anche centinaia di anni fa, quei musicisti sconosciuti (e magari anche figli di pu...na) che però riescono a tenerci attaccati alla vita con una canzone, i cristi (quelli veri) che danno un esempio senza averne la minima intenzione, gli sconosciuti che ci fanno un sorriso e ci raccontano una storia curiosa, la donna del caf che ci fa il 730 gratuitamente perchè "alla fine doveva solo copiare due dati".
Scusate lo sfogo.