Al cuor non si comanda... o forse si?

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Al cuor non si comanda... o forse si?

Messaggioda Premio Nobel » 26/06/2017, 9:45



Anuar ha scritto:Certamente come dici tu, amare un partner che poi finisce con fare del male, è certamente una cosa orribile, ma dimmi come porresti freno a questo problema?


Esattamente come viene proposto da Ulisse ... ovvero sia, se io so che provo qualcosa per una persona che ad esempio non prova niente per me, oppure ad esempio che vuole portarmi su una cattiva strada (un moderno Macbeth, che viene invogliato dalla moglie all'omicidio) e io sono ancora in grado di riconoscere il pericolo e sono ancora sufficientemente razionale e quindi non ancora così tanto coinvolto (ad esempio, ho iniziato a frequentare questa persona e la trovo irresistibile quando ci passo il tempo con lei, ma quando invece sono tornato a casa vengo a sapere altro - analogamente come nell'esempio di Ulisse, il quale non si fa legare all'albero quando è a 10 metri dalle sirene, ma piuttosto quando è ancora distante ed intravede le navi distrutte sugli scogli).

Non sempre mi posso accorgere in tempo, non sempre so come fare per farmi legare all'albero, cioè non sempre io riesco ad accorgermi di vivere in una relazione malsana o sbagliata, oppure me ne accorgo ma non so nemmeno cosa fare all'atto pratico per porvi rimedio.

Anuar ha scritto:Io sono stato abbandonato all'età di 8 anni, e ho attraversato un oceano di famiglie e genti di ogni genere, la vita mi ha abituato all'abbandono, così ho smesso di amare, amare le famiglie in cui andavo, provare affetto per gli amici, amare mio padre e mio fratello, che sono tutto ciò che resta della mia famiglia, anche le ragazze che ho incontrato e che mi hanno dimostrato amore hanno ricevuto una magra risposta da me, che ero ormai incapace di riconoscere l'amore. Ora dimmi, che benefici mi ha portato il mio controllo sul cuore?


Mi dispiace che tu abbia avuto questi trascorsi e quindi tu non abbia sperimentato l'amore di una famiglia stabile, però io non credo che ciò sia dovuto al fatto che tu ti sia comportato razionalmente.
In fondo, ad esempio, perché tu hai dato una magra risposta ad alcune ragazze che hanno dimostrato interesse ed amore nei tuoi confronti?
Presumibilmente non è stata una cosa pensata e razionale, ma, se posso permettermi, più probabilmente è stato guidato dal timore di una ulteriore delusione e quindi una sostanziale sfiducia nelle possibilità di ricevere affetto e amore, e quindi la difficoltà a riconoscerlo.
Ciò però non è dovuto ad un tuo controllo assoluto della tua ragione, ma piuttosto del contrario, che sei stato guidato dal timore - cosa che in realtà è perfettamente comprensibile, io stesso l'ho potuta sperimentare, ma che non dev'essere confusa con la ragione.

Anuar ha scritto:Ma oltre questo, davvero bisogna secondo te controllare l'amore? Prendi in esame casi più normali, coppie di ceti sociali differenti, coppie di religioni differenti, di stati differenti, davvero prima di innamorarti ti fermi e controlli: è magra? lavora? e di buona famiglia? ha un nome rispettabile? ha avuto altri prima di me? ha malattie strane? starà simpatica alla mia famiglia? è straniera? è italiana? Parliamo di un essere umano non di una lista della spesa, va bene il progresso, va bene sapersi muovere e riuscire a trovare sempre ciò che si cerca, ma mi sembra un po eccessivo non trovi?Soprattutto perché una volta che hai ottenuto il controllo, e sai a cosa vai in contro, di cosa parlate?


Non credo che siano questi gli elementi che una persona dovrebbe cercare di controllare con la propria riflessione in una relazione - credo però che ci siano altri argomenti sul quale io possa concentrare una mia riflessione: 1) è veramente amore oppure mi sto solo illudendo (ad esempio mi ricambia oppure no)? 2) si comporta moralmente oppure no? 3) è una relazione possibile oppure impossibile? (ad esempio, per alcuni una relazione a distanza è insostenibile)
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Messaggioda Masquerade » 26/06/2017, 10:39



Anuar ha scritto:Io sono stato abbandonato all'età di 8 anni, e ho attraversato un oceano di famiglie e genti di ogni genere, la vita mi ha abituato all'abbandono, così ho smesso di amare, amare le famiglie in cui andavo, provare affetto per gli amici, amare mio padre e mio fratello, che sono tutto ciò che resta della mia famiglia, anche le ragazze che ho incontrato e che mi hanno dimostrato amore hanno ricevuto una magra risposta da me, che ero ormai incapace di riconoscere l'amore.
Ora dimmi, che benefici mi ha portato il mio controllo sul cuore?

Adesso sono solo, sono apatico, e quando provo un emozione quest'ultima mi travolge completamente ed io il più delle volte non so nemmeno dare un nome a queste emozioni, perché non le ho mai provate prima d'ora.


Non voglio entrare nel botta e risposta tra te e Premio Nobel, anche se lo sto seguendo con grande interesse.
Però vorrei dire una cosa su ciò che ho citato.
Ho letto (e riletto) un libro davvero molto interessante sulle 5 ferite principali che, purtroppo, regolano la nostra vita. La regolano finché non le guariamo.
La prima ferita di cui il libro parla è proprio l'abbandono. Come influisce sul lato emotivo e persino fisico.
Quindi non mi stupisce ciò che hai scritto su e, purtroppo, finché questa ferita non sarà rimarginata, guarita, inconsciamente attrarrai persone che la riapriranno. Quindi, di contro, hai sì paura di essere abbandonato, ma sarà più "facile" per te e per chiunque ne soffra, sentirsi attratti ed attrarre persone che, in ogni campo, che sia amore, amicizia o altro, la riapriranno. Di conseguenza la paura sarà sempre più grande, fino ad essere un vero ostacolo.
Per tal motivo, la ragazza che offrirà ad esempio maggiore sicurezza di non essere abbandonato, avrà qualcosa che a te non piace e quel qualcosa risulterà amplificato al punto da scartarla persino a priori.
Ho riassunto in modo estremo pagine e pagine dedicate all'argomento che è in realtà più vasto e complesso di quanto possa sembrare. Spero risulti almeno abbastanza chiaro. :imbarazzo:
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Messaggioda Ātman » 26/06/2017, 11:08



Per tal motivo, la ragazza che offrirà ad esempio maggiore sicurezza di non essere abbandonato, avrà qualcosa che a te non piace e quel qualcosa risulterà amplificato al punto da scartarla persino a priori.


Mi hai fatto tornare in mente questo articolo (molto adatto al topic, peraltro):

http://www.ilpost.it/2016/05/30/libro-de-botton-amore/

In particolare:

...l’idea che abbiamo di felicità e di amore sono molto parziali e personali, e nel matrimonio – come in altri contesti – quello che cerchiamo di ricostruire sono situazioni familiari o infantili che associamo alla felicità: la nostra idea di amore è confusa con dinamiche molto problematiche, come può essere il desiderio di aiutare o proteggere un adulto fragile o in difficoltà, la paura di perdere l’affetto di un genitore o la paura della sua collera, il timore di non saper esprimere i propri sentimenti. Cresciamo con un’esperienza tormentata dell’amore, inevitabilmente. E quindi è facile che da adulti “finiamo per rifiutare certi candidati al matrimonio non perché siano sbagliati, ma perché sono troppo giusti – troppo equilibrati, maturi, affidabili -, dato che questa giustezza suona estranea ai nostri cuori" e alla nostra idea di amore.

Condannati a farci del male...
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Messaggioda Masquerade » 26/06/2017, 13:05



Adrien ha scritto:
Per tal motivo, la ragazza che offrirà ad esempio maggiore sicurezza di non essere abbandonato, avrà qualcosa che a te non piace e quel qualcosa risulterà amplificato al punto da scartarla persino a priori.


Mi hai fatto tornare in mente questo articolo (molto adatto al topic, peraltro):

http://www.ilpost.it/2016/05/30/libro-de-botton-amore/

In particolare:

...l’idea che abbiamo di felicità e di amore sono molto parziali e personali, e nel matrimonio – come in altri contesti – quello che cerchiamo di ricostruire sono situazioni familiari o infantili che associamo alla felicità: la nostra idea di amore è confusa con dinamiche molto problematiche, come può essere il desiderio di aiutare o proteggere un adulto fragile o in difficoltà, la paura di perdere l’affetto di un genitore o la paura della sua collera, il timore di non saper esprimere i propri sentimenti. Cresciamo con un’esperienza tormentata dell’amore, inevitabilmente. E quindi è facile che da adulti “finiamo per rifiutare certi candidati al matrimonio non perché siano sbagliati, ma perché sono troppo giusti – troppo equilibrati, maturi, affidabili -, dato che questa giustezza suona estranea ai nostri cuori" e alla nostra idea di amore.

Condannati a farci del male...


...Fino a che non si decide di guarire. E no, non ho sbagliato ad usare il verbo decidere. ;)

Azzeccatissimo tutto l'articolo. Ma anche l'ultima parte ha il suo perché. Soprattutto "Essere compatibili è una conseguenza dell'amore, non la sua precondizione."
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Messaggioda Ātman » 26/06/2017, 13:27



Masquerade ha scritto:
...Fino a che non si decide di guarire. E no, non ho sbagliato ad usare il verbo decidere. ;)


L'avevo usato anch'io:
viewtopic.php?p=204387#p204387

Ma non so fino a che punto sia frutto di una scelta deliberata, o di essere giunti a un punto in cui la cosa "accade da sé", per così dire. Come un fiume che esonda arrivato a un certo livello...

Ma anche l'ultima parte ha il suo perché. Soprattutto "Essere compatibili è una conseguenza dell'amore, non la sua precondizione."


Sì, tanto per non ancorarci troppo al mito dell'anima gemella, già preesistente e perfetta controparte di noi stessi...
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Messaggioda Masquerade » 26/06/2017, 14:08



Adrien ha scritto:
Masquerade ha scritto:
...Fino a che non si decide di guarire. E no, non ho sbagliato ad usare il verbo decidere. ;)


L'avevo usato anch'io:
viewtopic.php?p=204387#p204387

Ma non so fino a che punto sia frutto di una scelta deliberata, o di essere giunti a un punto in cui la cosa "accade da sé", per così dire. Come un fiume che esonda arrivato a un certo livello...

Ma anche l'ultima parte ha il suo perché. Soprattutto "Essere compatibili è una conseguenza dell'amore, non la sua precondizione."


Sì, tanto per non ancorarci troppo al mito dell'anima gemella, già preesistente e perfetta controparte di noi stessi...


Diciamo pure che il fiume che esonda, lo fa perché, appunto, è arrivato ad un certo livello.
Un po' di anni fa io chiesi ad una persona molto saggia come si fa a capire quando si vuole veramente qualcosa. E lui mi raccontò una storia.

Un maestro ed un discepolo camminano sulla spiaggia. Il discepolo chiede al maestro: "Come si fa a capire quando si vuole assolutamente qualcosa?"
Il maestro lo guarda e, restando in silenzio, cambia percorso ed entra in acqua fino alle ginocchia. E si ferma.
In silenzio il discepolo lo segue. Si guardano. Il discepolo allora chiede di nuovo: "Come si fa a capire quando si vuole assolutamente qualcosa?"
Il maestro resta in silenzio e avanza di qualche passo, fino a che l'acqua gli arriva in vita.
Il discepolo lo segue e aspetta. Poi, non ricevendo risposta, ripete la domanda.
Il maestro sempre in silenzio, avanza e si ferma quando l'acqua gli arriva al petto. Al discepolo, non resta che seguirlo. Resta accanto a lui in silenzio per un po', poi ripete il suo quesito. Dopotutto, lui è il discepolo e sta chiedendo al maestro. Chi può rispondergli se non lui?
A quel punto, il maestro, all'improvviso gli mette le mani sul capo e lo spinge sotto con tutta la forza che ha.
Il discepolo si dibatte e lui spinge di più.
Il discepolo allora lo colpisce alle gambe sott'acqua per farlo cadere e mollare la presa.
Riemergono entrambi sputando acqua.
Il discepolo smarrito chiede: "Maestro! Perché?"
"E' la risposta alla tua domanda. Hai tanto voluto sopravvivere che hai trovato il modo per farlo."

Non mi piace molto il termine anima gemella. Preferisco anima affine.

E per quanto riguarda la perfezione, uno dei miei motti preferiti è che la perfezione non esiste. ^_^ ;)
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Messaggioda Anuar » 26/06/2017, 14:39



Masquerade ha scritto:
Anuar ha scritto:Io sono stato abbandonato all'età di 8 anni, e ho attraversato un oceano di famiglie e genti di ogni genere, la vita mi ha abituato all'abbandono, così ho smesso di amare, amare le famiglie in cui andavo, provare affetto per gli amici, amare mio padre e mio fratello, che sono tutto ciò che resta della mia famiglia, anche le ragazze che ho incontrato e che mi hanno dimostrato amore hanno ricevuto una magra risposta da me, che ero ormai incapace di riconoscere l'amore.
Ora dimmi, che benefici mi ha portato il mio controllo sul cuore?

Adesso sono solo, sono apatico, e quando provo un emozione quest'ultima mi travolge completamente ed io il più delle volte non so nemmeno dare un nome a queste emozioni, perché non le ho mai provate prima d'ora.


Non voglio entrare nel botta e risposta tra te e Premio Nobel, anche se lo sto seguendo con grande interesse.
Però vorrei dire una cosa su ciò che ho citato.
Ho letto (e riletto) un libro davvero molto interessante sulle 5 ferite principali che, purtroppo, regolano la nostra vita. La regolano finché non le guariamo.
La prima ferita di cui il libro parla è proprio l'abbandono. Come influisce sul lato emotivo e persino fisico.
Quindi non mi stupisce ciò che hai scritto su e, purtroppo, finché questa ferita non sarà rimarginata, guarita, inconsciamente attrarrai persone che la riapriranno. Quindi, di contro, hai sì paura di essere abbandonato, ma sarà più "facile" per te e per chiunque ne soffra, sentirsi attratti ed attrarre persone che, in ogni campo, che sia amore, amicizia o altro, la riapriranno. Di conseguenza la paura sarà sempre più grande, fino ad essere un vero ostacolo.
Per tal motivo, la ragazza che offrirà ad esempio maggiore sicurezza di non essere abbandonato, avrà qualcosa che a te non piace e quel qualcosa risulterà amplificato al punto da scartarla persino a priori.
Ho riassunto in modo estremo pagine e pagine dedicate all'argomento che è in realtà più vasto e complesso di quanto possa sembrare. Spero risulti almeno abbastanza chiaro. :imbarazzo:


Non ci avevo mai riflettuto, non rifletto molto su questo argomento, è più uno di quei argomenti che chiudo nell'armadio e cerco di non vedere più.
Mi sa che hai ragione però a pensarci bene, è uno dei motivi per cui ho il timore di parlare con la gente, e di fidarmi.
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Messaggioda Anuar » 26/06/2017, 14:43



Premio Nobel ha scritto:Non credo che siano questi gli elementi che una persona dovrebbe cercare di controllare con la propria riflessione in una relazione - credo però che ci siano altri argomenti sul quale io possa concentrare una mia riflessione: 1) è veramente amore oppure mi sto solo illudendo (ad esempio mi ricambia oppure no)? 2) si comporta moralmente oppure no? 3) è una relazione possibile oppure impossibile? (ad esempio, per alcuni una relazione a distanza è insostenibile)


Beh io penso che se sono problemi superabili, si possono anche combattere.
Comunque sono solo domande legittime non ci vedo questo gran controllo nelle tue parole.

Per me il controllo e più una cosa alla "vulcaniana" se hai mai visto il telefilm.


Per il discorso abbandono, mi spiace contraddirti ma fu proprio la paura d'essere abbandonato a spingermi a controllare e se necessario reprimere l'emozione.
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Messaggioda Anuar » 26/06/2017, 14:48



Adrien ha scritto:
Per tal motivo, la ragazza che offrirà ad esempio maggiore sicurezza di non essere abbandonato, avrà qualcosa che a te non piace e quel qualcosa risulterà amplificato al punto da scartarla persino a priori.


Mi hai fatto tornare in mente questo articolo (molto adatto al topic, peraltro):

http://www.ilpost.it/2016/05/30/libro-de-botton-amore/

In particolare:

...l’idea che abbiamo di felicità e di amore sono molto parziali e personali, e nel matrimonio – come in altri contesti – quello che cerchiamo di ricostruire sono situazioni familiari o infantili che associamo alla felicità: la nostra idea di amore è confusa con dinamiche molto problematiche, come può essere il desiderio di aiutare o proteggere un adulto fragile o in difficoltà, la paura di perdere l’affetto di un genitore o la paura della sua collera, il timore di non saper esprimere i propri sentimenti. Cresciamo con un’esperienza tormentata dell’amore, inevitabilmente. E quindi è facile che da adulti “finiamo per rifiutare certi candidati al matrimonio non perché siano sbagliati, ma perché sono troppo giusti – troppo equilibrati, maturi, affidabili -, dato che questa giustezza suona estranea ai nostri cuori" e alla nostra idea di amore.

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Tristemente vero quel che dici.

Masquerade ha scritto:...Fino a che non si decide di guarire. E no, non ho sbagliato ad usare il verbo decidere. ;)


Spero sinceramente che tu abbia ragione, altrimenti la psichiatra sarà inutile :unsure:


PS incredibile come una semplice domanda ci abbia trascinati in un discorso così sfaccettato :???: :wow: .
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Messaggioda Masquerade » 26/06/2017, 15:43



Anuar ha scritto:Non ci avevo mai riflettuto, non rifletto molto su questo argomento, è più uno di quei argomenti che chiudo nell'armadio e cerco di non vedere più.
Mi sa che hai ragione però a pensarci bene, è uno dei motivi per cui ho il timore di parlare con la gente, e di fidarmi.


Magari puoi provare a parlarne durante la terapia.
Non so quali siano i metodi della psichiatria. Spero vadano a fondo come la psicologia e psicoterapia.
Se ben ricordo non avevi possibilità di scegliere altro.

Anuar ha scritto:Spero sinceramente che tu abbia ragione, altrimenti la psichiatra sarà inutile :unsure:


PS incredibile come una semplice domanda ci abbia trascinati in un discorso così sfaccettato :???: :wow: .


Da cosa nasce cosa. ;)
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