Robinson ha scritto:Più che Socratica direi e ammirevole quindi.
No, io devo volare assai più basso. Le occasioni di ragionare con gli altri sulla realtà non sono così frequenti per considerarle la mia spinta di vita. Anche perché mi verrebbe da pensare che se vivessi in un'isola o in un'eremo, o se venissero a mancare per un lungo periodo i contatti con gli altri, sarei fritto allora. Quindi tornando con i piedi per terra, non posso ignorare che alla base di tutto vi siano innanzitutto la paura della morte e l'istinto di conservazione. Dopodiché, bisogna immaginare Sisifo Felice, come direbbe Camus. Ecco per oggi mi farei bastare questo.
Mezzouomo97 ha scritto:Beata te che ce la fai a ragionare
Adamas ha scritto:Mi piace conoscere e studiare tutto ciò che posso, anche se purtroppo rispetto al passato mi posso documentare ed approfondire di menoma non demordo, cerco di ritornare "agli antichi fasti".
Cerco di fare le cose per bene, fare la cosa giusta anche quando intorno a me l'andazzo è diverso. Cerco di capire i punti di vista degli altri, cerco di discutere senza litigare. Cerco di essere comprensivo senza rinunciare ai miei diritti. Cerco di non restituire il male e di trasformarlo in qualcosa di positivo. Cerco di ottenere giustizia senza danni collaterali. Cerco di mantenere la mente aperta. Cerco di arricchirmi attraverso l'onesto confronto d'idee.
In passato ero sempre a disposizione degli altri e non mi risparmiavo, aiutavo senza badare ad i miei interessi... purtroppo ora sono un po' esausto, ho avuto a che fare con troppi "vampiri". Continuo ad essere sempre corretto e gentile con tutti ma sono molto poche le persone a cui mi dedico con abnegazione. E finora non ho ancora trovato nessuno di cui possa davvero fidarmi e dare una dedizione ed abnegazione totale senza che se ne approfitti. Ma per carità, lo capisco... profittare degli altri è una cosa naturale... fa parte della natura umana. La vera sfida è vivere cercando di evitarlo e non è facile.
Beninteso, io non sono né buono né perfetto. Ho avuto ed ho una marea di difetti caratteriali e psicologici. Ma cerco di superali, cerco di migliorarmi, cerco di arricchirmi. Anche attraverso il confronto come fai tu. Non è in fondo la vita un eterno viaggio, una eterna ricerca, un eterno paziente perfezionamento? Per quanto vedi, trovi, conosci, c'è sempre così tanto ancora da scoprire e per cui meravigliarsi, così tanto da fare e di cui godere.
Non sempre le cose vanno bene, anzi in passato sono andate anche malissimo, però non perdo la speranza che in futuro potrò avere la vita semplice, serena e felice che ho sempre agognato e mai avuto. Essere uscito da certi problemi, essere sopravvissuto ad essi ti fa capire che anche quando tutto sembra perduto non bisogna mai perdere la speranza...
Un11nown ha scritto:Hai scritto esattamente cosa avrei risposto alla mia stessa domanda, abbiamo vissuto vite simili a quanto pare.
Un11nown ha scritto:Robinson ha scritto:Più che Socratica direi e ammirevole quindi.
No, io devo volare assai più basso. Le occasioni di ragionare con gli altri sulla realtà non sono così frequenti per considerarle la mia spinta di vita. Anche perché mi verrebbe da pensare che se vivessi in un'isola o in un'eremo, o se venissero a mancare per un lungo periodo i contatti con gli altri, sarei fritto allora. Quindi tornando con i piedi per terra, non posso ignorare che alla base di tutto vi siano innanzitutto la paura della morte e l'istinto di conservazione. Dopodiché, bisogna immaginare Sisifo Felice, come direbbe Camus. Ecco per oggi mi farei bastare questo.
Socrate è uno dei miei punti di riferimento, adoro vedere le persone quando riescono a trovare le risposte da sole, è come se rinascessero una seconda volta.
Non devi volare in basso, dopotutto vivresti mai su un'isola da solo? Vuoi condizionare la tua esistenza basandosi su eventi remoti?
Un11nown ha scritto:Cosa vi spinge a vivere?
Un11nown ha scritto:Middlegame ha scritto:L'idea che le cose miglioreranno
Vivi aspettando i miracoli?
Adamas ha scritto: Stimo e condivido il tuo senso di responsabilità. Spero che con il tempo le cose migliorino e quella che adesso senti come una catena si trasformi invece in un fattore positivo.
cabidini ha scritto:Come per TheDarkKnigght, la responsabilità verso le persone più vicine. Chi mi ha dato questa responsabilità? non lo so! la sento dentro non posso cancellarla. Mia zia mi ha aiutato quando ero giovane ora che Lei ha l'alzheimer come faccio a non starle vicino, mia madre che per i figli ha sopportato un marito ubriacone e manesco ora che è anziana e diabetica non le devo stare vicino? Quando ero più giovane, sono riuscito a cancellarla. Era nata da poco tempo un' amicizia con un ragazzo, poi si è ammalato e io sono scappato, l'ho abbandonato. Ancora oggi, dopo tanti anni, mi sento in colpa, vorrei tornare indietro per non fare questa grande vigliaccata, per stargli vicino, stringergli la mano, accarezzare il suo viso, stargli vicino fino all'ultimo, potergli dire non ti preoccupare ci sono io. Tutto questo non l'ho fatto. NON ci sono e NON voglio trovare giustificazioni, devo cercare di convivere con questo.
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