Ho vissuto la stessa situazione fino ad alcuni mesi fa. Conosco bene quel senso di frustrazione.
Ti auguro di uscirne presto!
quando non devi spiegazioni a nessuno
WTF... ha scritto:Ho vissuto la stessa situazione fino ad alcuni mesi fa. Conosco bene quel senso di frustrazione.
Ti auguro di uscirne presto!
Naoki ha scritto:E come hai detto tu, se hai problemi economici non ti si caga nessuno ma ti guardano male e magari ti sfottono per dietro...a me è successo.
maddy4ever ha scritto:Meiko ho risposto al post "Depressione da disoccupazione" prima di leggere questo tuo topic, in cui mi ritrovo tantissimo. Purtroppo è proprio così, la gente che ha il suo lavoretto tranquillo se ne sbatte altamente (passatemi il termine) di chi non ha risorse economiche e se declini un invito non manca mai il "perché?????", come se tutte le volte fingessero di dimenticarlo qual è il perché.
maddy4ever ha scritto:Cmq non mi sento di giudicarli male, perché alla fine capisco che chi lavora tutta la settimana, giustamente ha voglia di divertirsi e raccogliere i frutti della sua fatica.
maddy4ever ha scritto:Sono piuttosto io che non sopporto più me stessa, i miei continui fallimenti, la sfortuna che mi ha accompagnato per tutta la vita..e anche se l'autocommiserazione non è mai la risposta giusta, a volte è inevitabile ricaderci.
maddy4ever ha scritto: Sembra che debba sempre difettare di qualcosa nel mio vissuto: quando ero più piccola, avevo il successo scolastico, ma difficoltà a relazionarmi, poi è arrivata la paura di non riuscire a trovare l'amore e fare le prime esperienze mentre tutti gli altri già erano un pezzo avanti, adesso che ho risolto questi problemi da tempo, invece, è subentrata la mancata indipendenza economica.
maddy4ever ha scritto:Che la gente che l'ha vissuta tenda a dimenticarsi quel tipo di frustrazione è vero, io sinceramente spero di non farlo quando troverò un'occupazione e che questo mi aiuti a vivere in maniera serena il mio lavoro, ben sapendo quanto sarebbe peggio non averlo.
La cosa che mi fa più rabbia è che se in questo momento lavorassi la mia vita sarebbe felice, gli amici non mi mancano e finalmente adesso ho una relazione sentimentale che mi soddisfa. Sembra che debba sempre difettare di qualcosa nel mio vissuto: quando ero più piccola, avevo il successo scolastico, ma difficoltà a relazionarmi, poi è arrivata la paura di non riuscire a trovare l'amore e fare le prime esperienze mentre tutti gli altri già erano un pezzo avanti, adesso che ho risolto questi problemi da tempo, invece, è subentrata la mancata indipendenza economica. E a 26 anni mi chiedo "quando cavolo potrò stare tranquilla?"
Meiko ha scritto:Spesso ci troviamo a lamentarci della solitudine, del fatto che non abbiamo nessuno con cui uscire, dell'essere costretti a barcamenarci tra noi e noi soltanto. Inutile girarci intorno, stare soli senza avere qualcuno anche solo per uscire nel week end è brutto, frustrante e denigrante. Punto.
Ultimamente io sto rivalutando la cosa, invece...
Nell'ultimo periodo ho conosciuto molte nuove persone grazie a una passione che ci accomuna e per la prima volta ho avuto modo di vivere una bella esperienza non solo con mia sorella, ma con tutte queste meravigliose persone che ho incontrato. E' stato forse molto di più importante il valore della presenza di esse, che l'esperienza in sè.
Con alcune di queste persone ho legato di più, perchè siamo abbastanza vicine in zona e quindi abbiamo modo di vederci ogni tanto.
Il problema -perchè le cose non sono mai semplici- è che mentre prima mi arrangiavo e non dovevo dare spiegazioni a nessuno e dunque evitavo delle forti umiliazioni e frustrazioni (che magari sono solo paranoie mie, ma io mi sento così a terra), adesso devo necessariamente ed inevitabilmente sentirmi frustrata. Perchè se vuoi una vita sociale, ma non hai modo di fare quello che vuoi, devi spiegare agli altri a tua situazione e purtroppo, chi si trova dal lato opposto al tuo o cmq non vive le stesse tue esperienze, anche se all'inizio risponde "si, ok, va bene, non preoccuparti", poi inevitabilmente finisce col ferirti involontariamente.
Per parlare in termini spiccioli, quando non hai un cacchio di lavoro è alquanto frustrante e difficoltoso mantenere i rapporti sociali. Perchè le persone vogliono uscire, andare in giro, fare cose.. Non si accontentano soltanto di una passeggiata, ma vogliono mangiare fuori, andare lontano; ovviamente non ci si può sempre trovare sotto casa tua, troppo comodo (finora mi è andata bene...) no, bisogna andare altrove e anche pensare a dove poter spendere qualche euro. E se vuoi mantenere i contatti, se non vuoi essere emarginato, devi NECESSARIAMENTE adeguarti alla maggioranza. Perchè se fai sempre storie rischi che la gente si stufi di te e non ti chiami più. Perchè se una volta dici non posso, se un'altra dici non posso, e se continui così ogni volta, chi ti chiama più? Diciamolo, alle persone non piace avere a che fare con chi ha problemi (anche economici), men che meno sono disposti a venirti incontro. E ancora meno quando si organizzano certe iniziative si ricordano che qualcuno è più in difficoltà di altri e andrebbe aiutato. Dopo tutto se sei tu quello che frena il gruppo non è neppure giusto che tutti debbano tenersi a freno perchè tu non puoi, giusto? Anche se, se si tratta di amiche, dovrebbero cercare di venirti incontro.. dovrebbero, appunto..
Il motto "Uno per tutti, tutti per uno" valeva per i moschettieri, non è adattabile alla gente comune.
E allora adesso mi trovo quasi a rimpiangere quando mi lagnavo di non avere amiche da vedere ogni tanto, con cui uscire a prendere un caffè un pomeriggio. Almeno non dovevo fare la figura della sfigata di turno, che non ha un lavoro e che a 30 anni, se ha voglia di uscire, avendo esaurito tutti i fondi dei lavori che ha fatto durante l'università, deve per forza ricorrere ai genitori.
Non venitemi a dire che non è frustrante nè denigrante una situazione del genere!
Non va mai bene niente, eh...
e voglio un lavoro!
maddy4ever ha scritto:Meiko secondo me invece è possibile conciliare i tre aspetti (amicizia, amore, lavoro), ne conosco a bizzeffe di casi e tutti hanno faticato la metà della metà della metà di quello che ho faticato io per conquistarli.
Ma non mi pento di quello che è stata la mia vita, delle difficoltà che ho avuto, perché mi rendono quella che sono adesso, vorrei solo anch'io, una volta tanto, una piccola botta di c***o per uscire da questa situazione, ma ahimè, a quanto pare la fortuna non fa per me..
Royalsapphire ha scritto:Non voglio toglierti di dosso la delusione, né farti il lavaggio del cervello, e non credere che la mia sia una frase fatta... ma c'è del positivo in questa tua condizione. Il fatto è che conoscere tante persone ed essersi trovate bene con loro qualche sera o periodo non vuol dire che queste siano gli amici che cerchiamo, al livello in cui ce li aspettiamo e simili quanto basta. Una persona a te affine, con caratteristiche tali da poter diventare tua vera amica, la riconosci proprio nei disagi più profondi. E' lì che esce fuori tutta la sua natura (sensibilità, empatia, educazione, progetti...). Una persona amica se ne frega di andare nei locali con te, le basta starti vicino indipentemente dal contensto. E se si esce, pensa anche di dividere con te il suo drink o la sua cena, e di certo non pensa alla benzina che consuma per venirti a prendere o per andare insieme da qualche parte.
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