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MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

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Messaggioda spectator vitae » 11/05/2014, 14:51



> c'è chi regge il peso e chi non è adatto a farlo.

La maggior parte delle persone è adatta a entrare in combutta col vivere.
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Messaggioda Royalsapphire » 11/05/2014, 17:52



spectator vitae ha scritto:> c'è chi regge il peso e chi non è adatto a farlo.

La maggior parte delle persone è adatta a entrare in combutta col vivere.

Non sarà adatta ma può cercare di adattarsi! Questo dipende esclusivamente dalla volontà!

aye ha scritto:Non farei mai fuori chi mi sta attorno, era un modo per dire che finisco per allontanare anche le pochissime persone che in qualche modo provano ad avvicinarsi a me. Secondo me non tutti sono fatti per farcela, c'è chi regge il peso e chi non è adatto a farlo.

Aye, quando si sta male profondamente, è altrettando profondamente che deve essere in grado di arrivare una persona per aiutarti, e non tutti sono in grado di farlo, non tutti sono nella volontà di farlo. Conosco persone buonissime che però non riuscirebbero ad addentrarsi in simili situazioni. Ma questo non vuol dire che loro siano cattive o che lo sia tu. Vuol dire solo che ci sono persone e persone. Per esempio: anziché pensare si essere tu ad allontanare gli altri, potresti pensare che siano gli altri a non riuscire - o a non volere - reggere il peso del tuo dolore, non per cattiveria ma per indole.
Io non credo che esisterebbero gli psicologi se a tutti bastasse la volontà di voler aiutare qualcuno per essere davvero in grado di farlo. C'è chi col suo amore e la sua dedizione riesce ad aiutare la gente anche senza aver studiato psicologia, e questo è un bene per chi gli sta attorno. Evidentemente nel tuo caso non hai ancora incontrato qualcuno capace di darti un sostegno psicologico e affettivo, pur essendo amata da amici e parenti. Questo non vuol dire che tu debba pensare "bene, nessun amico o parente può aiutarmi, anzi sono io che li allontano, quindi meglio se mi uccido". Puoi invece continuare a cercare posti/persone in grado di aiutarti, come dei consultori, o degli psicologi, o addirittura degli amici. Hai già trovato qui noi, senza sapere della nostra esistenza. Eppure cercando ci hai raggiunto! Nell'ignoto! La stessa cosa può accaderti nella vita reale (oltre che anche virtuale). Cerca solo di dare il meglio di te per uscire fuori da questa situazione e di non demordere mai!!! :tao:
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Messaggioda spectator vitae » 11/05/2014, 18:29



> Questo dipende esclusivamente dalla volontà!

Già, dalla volontà di illudersi.
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Messaggioda kiono » 12/05/2014, 18:34



spectator vitae ha scritto: c'è chi regge il peso e chi non è adatto a farlo.

Secondo me in queste poche parole hai espresso il senso profondo della vita. La vita di per sè è un peso, poi ci sono coloro che riescono ad alleviare questo peso ed altri invece che non ci riescono.
Nessuno sceglie di venire al mondo, si è costretti a venire al mondo, si è costretti a nascere e a crescere, si è costretti a subire la violenza e la malvagità di questo mondo...e tutto per cosa?
Secondo me la domanda è "perché": perché continuare un qualcosa che di per sè è un peso.
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Messaggioda spectator vitae » 12/05/2014, 18:55



> spectator vitae ha scritto: c'è chi regge il peso e chi non è adatto a farlo.

La frase "c'è chi regge il peso e chi non è adatto a farlo" non l'ho scritta io.

> Secondo me in queste poche parole hai espresso il senso profondo della vita.

Quelle parole le ha scritte 'aye'.

> si è costretti a nascere

Sono d'accordo. Per questo aborro la procreazione, che obbliga le persone a nascere.

> e a crescere, si è costretti a subire la violenza e la malvagità di questo mondo

Se ti fai fuori non sei costretto a subire crescita, violenza e malvagità, quindi queste non sono costrizioni, come lo è il nascere, che non puoi in alcun modo evitare. Aborro la nascita.

> ...e tutto per cosa?

«E tutto ciò per niente! Per Ecuba! Ma chi è Ecuba per lui, o lui per Ecuba...»
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Messaggioda marcomarzocco » 21/05/2014, 12:36



ragazzi, abbiamo una sola vita. a me il pensiero che dopo questa non ci sia nient'altro mi sprona a godermela più che posso ( tra l'altro se siete religiosi e credete in un eventuale paradiso, il suicidio non è sicuramente la risposta )
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Messaggioda kiono » 21/05/2014, 12:41



E qui si apre un discorso quanto una casa: se io mi ammazzo non vado in paradiso? Cioè fatemi capire, ci sono quelli con i soldi che hanno avuto sempre una buona salute e vita serena e spensierata che vanno in paradiso mentre uno che ha la depressione e nient'altro e si ammazza va all'inferno?
Ovvio che nessuno ha la risposta a questa domanda, ma secondo voi è concepibile questa cosa?
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Messaggioda marcomarzocco » 21/05/2014, 13:02



concordo con te che questo sia un discorso complesso, ma teoricamente secondo la chiesa è così. poi l'hai detto tu stesso, nessuno ha la risposta. io non ho un' idea precisa sull'argomento, mi limito a riportare l'opinione comune.
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Messaggioda marcomarzocco » 21/05/2014, 14:11



in ogni caso, vi allego una risposta da parte di uno psicologo, persona sicuramente più qualificata di me.
Mi rendo conto che in questo momento della tua vita il suicidio ti sembra l’unica via d’uscita. Ma tieni presente che il suicidio è una soluzione definitiva per dei tuoi problemi, che per quanto ritieni gravi, sono temporanei. Quando, in particolari momenti della nostra vita, ci sentiamo particolarmente depressi, ogni problema, piccolo o grande che sia, diventa un macigno insopportabile.
Ma fra una settimana o un mese i tuoi problemi ti potrebbero sembrare completamente differenti, potresti vederli sotto una diversa ottica.

La maggior parte delle persone che hanno pensato di suicidarsi in un determinato momento della loro vita, adesso sono felici di vivere e si rendono conto che volevano solo smettere di stare male, non cessare diesistere. Devi IMMEDIATAMENTE parlarne con qualcuno. Non ce la puoi fare da SOLA.
Come hai avuto la forza di scrivere questa email (che attesta, appunto, la tua volontà di non soffrire più, non di non esistere) trova la forza di parlarne con un familiare, un’amico, una persona a tè vicina. Se non riesci a parlarne con nessuno di questi, chiedi un’aiuto esterno ad un centro d’assistenza, ad uno psicologo, o a chiunque altro ritieni idoneo. Quando avrai individuato la persona che ti potrà aiutare, parlargli subito dei tuoi sentimenti, di quello che provi in questo momento. Gridagli tutto il tuo dolore.
Cerca di parlarne anche con un medico. E’ possibile che tu in questo momento stia soffrendo, al di là dei problemi, di una qualche forma di depressione. Se così fosse si tratta anche di uno squilibrio chimico che può essere curato con il supporto di una terapia farmacologica.
L’essenziale è che superi questa “fase critica” ed il tempo è un fattore importante. Cerca di guadagnare non solo “tempo” ma di fare quello che ti ho indicato in questo “tempo”. E ricordati il vero “coraggio” è affrontare il duro ma stupendo “mestiere di vivere”, non affrontare la morte
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Messaggioda spectator vitae » 21/05/2014, 15:03



> Ovvio che nessuno ha la risposta a questa domanda, ma secondo voi è concepibile questa cosa?

La risposta invece c'è e per conoscerla basta non essere più illusi (il che non è però in effetti cosa da poco).

Uno non illuso sa che non c'è differenza tra una mosca e una scimmia.

La mosca va in paradiso? No, non va da nessuna parte. Quando muore si secca, o diventa putrefatta. Punto.

La scimmia antropomorfa abbigliata invece, per gestire l'insensatezza della propria esistenza, arriva a costruirsi paradisi e inferni inesistenti, perché ha bisogno di illudersi che ci sarà dell'altro, che ci saranno delle distinzioni, eccetera. Ma puoi comportarti come vuoi, ucciderti quanto vuoi, uccidere quanti vuoi e non ci sarà differenza per la tua extra-fine, che sarà come quella di una mosca. Perché non siamo diversi dalle mosche. Dove si posano loro ci (ri)poseremo anche noi.

E poi è sufficiente pensare ai casi in cui il suicidio sia in dubbio (e ci sono molti casi in cui non si può stabilire fino a che punto la morte sia stata cercata o meno) per rendersi conto che non si possono fare differenze. Morire per suicidio o meno non fa *nessuna* differenza. I bisognosi, gli illusi, hanno bisogno di credenze per rendere più sopportabile l'esistenza, per attaccarsi all'idea che il loro non suicidarsi serva a qualcosa o impedisca dell'altro eccetera. Ma non fa differenza, questo è il nichilistico dato di fatto (che solo il non illuso può comprendere appieno).

La conquista intellettiva ha un costo.
Vivere veramente, dal mio punto di vista, significa saper andar avanti sopportando questa durissima realtà del "non fa differenza", che ci sbatte in faccia il nostro comleto anonimato, quando vorremmo essere importanti e al centro dell'universo (oppure meritevoli di un paradiso o di un inferno).

No, siamo creaturine anonime di un pianetucolo anonimo di una galassiucola anonima, qua per una serie di combinazioni casuali su tempi lunghissimi.

Siamo animali, come le mosche (anzi peggio, perché le mosche non stanno razziando le risorse terrestri né devastando la loro casa).
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Ultima modifica di spectator vitae il 21/05/2014, 15:19, modificato 1 volta in totale.
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