Scrivo qui la mia personale esperienza. Condividerlo con qualcuno, potrebbe farmi bene. Più di tutto, vorrei capire cosa potrebbe essermi successo.
Per motivi che non ho voglia di condividere, ho pensato al suicidio in maniera abbastanza frequente in questi giorni. Ho fatto ricerche ovunque, per decidere quale metodo per chiuderla definitivamente sarebbe stato il migliore. Ebbene, nessuno mi ha soddisfatto, quindi ho optato per il "classico" taglio delle vene, che a mio parere è stata anche la scelta più "poetica" vista la mia particolare situazione psicologica. Credo anche di essere stato un pazzo, ho praticamente arrangiato il tutto (non scendo in particolari, non vorrei che altri "mi rubassero l'idea", ma lungi da me essere possessivo su certe cose). Insomma, per farla breve, dopo quasi due ore di agonia e di continui tagli, credo di aver toccato il cosiddetto "punto cruciale", ovvero ciò che credo è che son morto per qualche secondo. Non sentivo più il mio battito, così come il resto del mio corpo, e vedevo tutto bianco, salvo poi "ritornare in vita" di colpo, riprendendo a fatica il controllo del mio corpo. Ora, ho virgolettato il tutto proprio perché non sono neanche sicuro se sia accaduto o meno quanto ho detto, so solo che quelle sensazioni descritte le ho avvertite, ho creduto di essere morto e la sensazione non mi è dispiaciuta. Ero felice.
A parte ora chiedere a voi il vostro parere sulla situazione confusa, la mia situazione ora è mutata. Se così fosse, che per morire ci si sente davvero così bene, io potrei riprovare a farlo una seconda volta e senza timore. Se non ci ho riprovato è solo perché i polsi mi fanno ancora male, ho effettuato troppi tagli troppo profondi (e mi reputo fortunato a non aver danneggiato nulla), e provare a riaprirli è troppo doloroso. Tuttavia, io sono una persona di indole combattiva, il ché mi porta anche a pensare che quella sensazione di morte è stata soltanto indotta da me stesso per causarmi una reazione (la mia testa funziona in maniera stramba, tante volte son successe cose del genere). Bene, io non so dove voglio arrivare. Riprovare non mi spaventa, ho sognato più volte il momento della mia morte, e questa esperienza non mi è apparsa negativa, tutt'altro. Nonostante ciò, una parte di me vorrebbe combattere ancora e cercare un lato positivo, una sorta di "lezione di vita" in tutta questa faccenda. Solo che non so come sistemare i miei casini, non so come tornare ad amare me stesso.
Forse ho scritto in maniera molto confusa, magari non s'è capito cosa ho chiesto, chiedo scusa.
Una vostra opinione su quanto ho scritto, magari. E se secondo voi la mia esperienza si può catalogare proprio come una "esperienza di morte", se pur breve. Io potrei ancora optare per una suggestione mentale, nonostante stenti ancora a crederci.