Una giornata senza pretese

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

Una giornata senza pretese

Messaggioda Sibilla87 » 08/02/2015, 20:04



Un'altra inutile, inspiegabile notte insonne...mi sono svegliata dopo meno di 5 ore per studiare, ma strani crampi alla pancia e alla schiena mi hanno svegliata ancor prima del suono della sveglia, mi contorcevo nel letto come un animale. Fortunatamente mia madre se ne è accorta e mi ha aiutato ad alzarmi, quando sembro stare meglio studio un pò, ma poco prima di pranzo, inesorabile il sonno scende e arrabbiata, come ci si sente arrabbiati appena svegli, mi alzo e mangio pochissimo, stomaco chiuso, nervi alle stelle. Tento di calmarmi e decido di accettare l'invito del mio ex a prendere un aperitivo (beh, lui mi conosce e magari trova anche qualche parola buona per me), mi dà un appuntamento freddo, scostante e perentorio. Gli dico di lasciar perdere e mi rimetto sui libri. Torna mio padre da lavoro e in casa si avverte una certa tensione (forse creata da me?), inizia a darmi fastidio qualsiasi rumore, anche i più impercettibili, una macchina che passa con la lentezza tipica domenicale, mia madre che sposta una sedia, il tic tac dell'orologio, concentrazione zero. Ok, capisco che c'è un problema e sono io, mi ritiro nelle mie stanze, la pancia inizia a farmi nuovamente un pò male e mi metto sotto le coperte. Non riesco a studiare, non mi interessa, eppure l'argomento è fico,allora come farò quando dovrò dare quell'esame noioso? Oddio,no, statistiche, io con i numeri mi perdo (discalculia? probabile!), questo capitolo è difficilissimo, non mi laureerò mai, mio dio son così vecchia, fallita! fallita! smettila, sai perfettamente che rimandare l'esame di un mese non cambierà niente..e quell'esame del 2010, non ricordi? Fallita! Il cervello va da solo, il corpo si irrigidisce, vorrei tornare a quando facevo fitboxe, devo prendere a pugni qualcuno o qualcosa, ne ho bisogno, tento di calmarmi e pensare a qualcosa di bello, ma tutto quello che vorrei o non è qua o non posso averlo ora o non lo conosco. Sento una macchina, mi sveglio, guardo l'orologio e son quasi le 19, è arrivato mio cugino adolescente e in piena crisi ormonale dedito al "rompere le scatole al prossimo, soprattutto alla sua cuginona preferita", mi fa ridere, almeno qualcosa di buono oggi. Mi alzo dal letto, un messaggio di una mia amica che mi invita a cena per domani sera ("Io, per festeggiare ceno con tizio e caio, ma se ci sei anche te, faccio i fuochi d'artificio"), mille dubbi, vado, non vado, se rimango e non studio (ormai ho deciso, l'esame non lo do) mi odio, ma devo punirmi in qualche modo! In realtà nel pomeriggio ero stata prima io a chiederle se avrebbe festeggiato, mi avrebbe invitata? Aveva preso per buona la mia risposta precedente alla quale avevo già detto di no? Quante paranoie..ok, vado così vedono tutto il mio dolore o forse no? Forse sono una pessima amica. O lo sono loro? Basta!
Rimango sola con i miei, ceniamo prestissimo in un silenzio glaciale, ognuno un pò arrabbiato, ma in realtà nessuno ce l'ha davvero con l'altro. Ora eccomi qua a scrivere di questa giornata un pò pesante.
Spero la vostra sia migliore!
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Ci siamo seduti dalla parte del torto papà, perché tutti gli altri posti erano occupati, e va bene; ci siamo detti "facciamo i cattivi perché i buoni muoiono bambini", e pure questo va bene; ci siamo solo dimenticati di dirci qual è il limite, perché c'è il limite, papà... ma io non lo conosco.
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Messaggioda ncode » 08/02/2015, 20:25



ciao Sibilla penso che questo topic stia meglio nella sezione "Diario top secret"
se posso permettermi ti consiglio una pausa come quella che sto facendo io...
allontanati da tutti e tutto, inizia dalle piccole cose, non vuoi studiare ? non farlo! ti sei stufata della relazione saltuaria, chiudila! Vuoi riprendere la fitbox e non fare altro ? fallo! Ti leggo e vedo tanta incertezza, tanta confusione in quello che fai... non dovrebbe essere così. Dovresti uscire perchè ne senti la voglia non come ripiego per altre cose. Non è così che vanno le cose, pensaci.
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Messaggioda Sibilla87 » 08/02/2015, 20:30



Forse dovrei solo accettare il fatto che non sono perfetta e non lo sarò mai, che devo smettere anche di rincorrere la perfezione e che devo iniziare a fare le cose che mi piacciono davvero, così il dovere verrà da sè. Grazie per le tue parole, mi fa sentire meno sola, sapendo che qualcuno mi legge.
Quanto alla sezione, ho sbagliato, sono ancora così inesperta (e rimbambita) :facepalm: , contatterò i moderatori! :)
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Messaggioda Davy Jones » 09/02/2015, 0:58



ma strani crampi alla pancia e alla schiena mi hanno svegliata ancor prima del suono della sveglia, mi contorcevo nel letto come un animale.

Non posso sapere se è la stessa cosa, ma un malessere del genere tempo fa colpiva anche me, solitamente svegliandomi durante la notte oppure colpendomi di mattina appena sveglio. All'epoca passavo tutto il tempo pensando a certi problemi e a certe preoccupazioni e mi sono reso conto che c'era un legame diretto tra le due cose.

non mi laureerò mai, mio dio son così vecchia, fallita! fallita!

Sono questi pensieri o paure a demoralizzarti e a farti isolare o rinunciare a fare altro? Capisco tu voglia concentrarti sullo studio e giustamente voglia cercare di portarti avanti/recuperare con gli esami, ma penso che, per quanto possibile, sia meglio evitare diventi quasi un'ossessione. Credo ci si debba sforzare di non rinunciare a vivere tutto il resto.
La vita non inizia e non finisce con la laurea e, a mio parere, non sono queste cose a fare della vita di una persona un fallimento.
Perché "punirti"? Non sono queste cose a dare valore a una persona e alla sua vita, ma questa naturalmente è solo la mia opinione. Però parlare di punizione o sentirsi in colpa ritengo dovrebbe essere collegato al fare intenzionalmente un torto a qualcuno. Avere difficoltà non è una colpa.
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Messaggioda Sibilla87 » 09/02/2015, 12:30



non mi laureerò mai, mio dio son così vecchia, fallita! fallita!

Sono questi pensieri o paure a demoralizzarti e a farti isolare o rinunciare a fare altro? Capisco tu voglia concentrarti sullo studio e giustamente voglia cercare di portarti avanti/recuperare con gli esami, ma penso che, per quanto possibile, sia meglio evitare diventi quasi un'ossessione. Credo ci si debba sforzare di non rinunciare a vivere tutto il resto.
La vita non inizia e non finisce con la laurea e, a mio parere, non sono queste cose a fare della vita di una persona un fallimento.
Perché "punirti"? Non sono queste cose a dare valore a una persona e alla sua vita, ma questa naturalmente è solo la mia opinione. Però parlare di punizione o sentirsi in colpa ritengo dovrebbe essere collegato al fare intenzionalmente un torto a qualcuno. Avere difficoltà non è una colpa.[/quote]
Coscientemente mi rendo conto che la vita non inizia e finisce con una laurea e ci sono cose ben più importanti, ma quando cado in questo vortice di malessere, mi sembra di non fare il mio dovere e non rispettare le regole che mi sono imposta (e delle quali parlavo nel post precedente), ma poi quando sto bene so che la vita può essere bella e piena e, in quei momenti, lo studio si inserisce naturalmente tra le cose che faccio, insomma se sono rilassata produco di più e meglio, ma credo che sia una regola universale. Non so perché abbia questo desiderio di punirmi, io. Forse perché è l'unico modo per rispettare le regole da me dettate. Sono la peggior guida di me stessa, ma non ne ho altre. Seguendo il consiglio di qualcuno che mi ha risposto nei giorni precedenti (se non hai voglia di studiare non farlo), chiudo i libri e me ne vado un paio di giorni a Roma da amiche. Chissà che riesca a rilassarmi per poi ripartire con il piede giusto.
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Ci siamo seduti dalla parte del torto papà, perché tutti gli altri posti erano occupati, e va bene; ci siamo detti "facciamo i cattivi perché i buoni muoiono bambini", e pure questo va bene; ci siamo solo dimenticati di dirci qual è il limite, perché c'è il limite, papà... ma io non lo conosco.
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Messaggioda Mikasa » 09/02/2015, 12:33



anche io ho appena rimandato un esame, i know that feel :facepalm: :facepalm:
però non si può essere sempre preparati come si vorrebbe, soprattutto quando si hanno tanti esami da dare, e quando mi passa la strizza e mi butto lo stesso vedo che va bene e che "la fortuna premia gli audaci" :coolok:
E capisco anche il bisogno di punirsi, lo faccio anche io, però mentre io quasi che son più contenta a potere stare in casa credo che tu saresti più contenta ad uscire, e allora accetta gli inviti delle tue amiche, perché non è un'uscita settimanale che ti toglie ore preziose di studio, anzi, magari ti sfoghi un po'!

Sibilla87 ha scritto: ma poi quando sto bene so che la vita può essere bella e piena e, in quei momenti, lo studio si inserisce naturalmente tra le cose che faccio, insomma se sono rilassata produco di più e meglio, ma credo che sia una regola universale.


e con questa frase hai trovato la soluzione ai tuoi problemi, decisamente :coolok:
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Messaggioda Katatonia » 09/02/2015, 12:54



Sibilla87 ha scritto:Coscientemente mi rendo conto che la vita non inizia e finisce con una laurea e ci sono cose ben più importanti, ma quando cado in questo vortice di malessere, mi sembra di non fare il mio dovere e non rispettare le regole che mi sono imposta (e delle quali parlavo nel post precedente), ma poi quando sto bene so che la vita può essere bella e piena e, in quei momenti, lo studio si inserisce naturalmente tra le cose che faccio, insomma se sono rilassata produco di più e meglio, ma credo che sia una regola universale. Non so perché abbia questo desiderio di punirmi, io. Forse perché è l'unico modo per rispettare le regole da me dettate. Sono la peggior guida di me stessa, ma non ne ho altre. Seguendo il consiglio di qualcuno che mi ha risposto nei giorni precedenti (se non hai voglia di studiare non farlo), chiudo i libri e me ne vado un paio di giorni a Roma da amiche. Chissà che riesca a rilassarmi per poi ripartire con il piede giusto.


Capita a tutti. È normale dopo essere cresciuti nella società delle credenziali, dove la laurea "serve" :facepalm: . Da piccolo la società ti convince che università = ufficio del collocamento allora tutto contento fai "ciò che ti piace", si ok fantastico.

Poi arrivi a 24 anni e già cominci a capire qualcosa. Fare ciò che piace è ok... a patto però di conoscere come gira il mondo e non una sua proiezione all'acqua di rose.

Ebbene si, io penso che sia giusto che l'università non dia (necessariamente) lavoro, perché studiare dovrebbe essere innanzitutto qualcosa che si fa per arricchire la propria cultura. Il lavoro legato a ciò che si è studiato è un fatto del tutto accessorio e non può seguire necessariamente. Bello così nel mondo dei teletubbies: 100 giovani squattrinati = 100 studenti di giurisprudenza = 100 avvocati affermati. No, semmai 4 o 5 e solo perché ci sono paparino e mammina con lo studio già avviato.

Ognuno di noi dovrebbe ingegnarsi su come inventarsi un lavoro, non è più tempo di articolo 18, lavori a tempo indeterminato e utopie del genere. Quella è stata una parentesi assurda e economicamente insostenibile.

Attuata solamente per pemettere a destra e sinistra di comprarsi voti e silenzi lungo tutto lo stivale. Tant'è che anche per questo il welfare in Italia è un disastro e tutti possono vederlo ormai.

Io ringrazio la crisi, alla mia età. Sapete perché, perché mi sta costringendo a esprimermi e so che prima o poi un lavoro riuscirò a inventarmelo e riuscire a fare ciò che davvero, con la maturità, voglio fare.

Magari fossi nato 20 anni prima sarei finito a fare il dipendente da qualche parte, il salariato depresso perché non può esprimersi al meglio.

Meglio soffrire ora e rompersi i denti per anni (e che male che fa...) che un lungo morire.

Sibilla. Se proprio l'università ha perso di senso, metti pausa, pure per 1 o 2 anni, non succede niente.
Fa incetta delle tue esperienze di vita e lavorative, che ne avrai per come hai dovuto mantenerti e crearti una vita. Oguna di quelle anche la più insospettabile, anche tutti quei lavori gratis che hai dovuto fare per sperare (a me è capitato e capita ancora...) scoprirai che ti hanno insegnato qualcosa.

Il primo comandamento è FARE, non morire sui libri controvoglia perché poi un bene superiore ci dice che è un nostro "dovere". Son solo strascichi di una concezione di vita bislacca e obsoleta. Serve essere duttili e aperti di mente. Esiste sicuramente un'attività in grado di convogliare le tue capacità, poi noi universitari abbiamo il privilegio di trovarci a stretto contatto con i nuovi media e usarli.

Il cambiamento è ORA o sei dentro o sei fuori. Prova anche a dare un occhio lì.

Io presto, mi (ri)metterò in proprio :boxe:

poi se va male mi deprimerò e chissà cos'altro :cry2: ...ma pazienza, "life is a state of mind".
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Messaggioda Sibilla87 » 09/02/2015, 13:29



E capisco anche il bisogno di punirsi, lo faccio anche io, però mentre io quasi che son più contenta a potere stare in casa credo che tu saresti più contenta ad uscire, e allora accetta gli inviti delle tue amiche, perché non è un'uscita settimanale che ti toglie ore preziose di studio, anzi, magari ti sfoghi un po'!

Accetto il tuo consiglio e il loro invito, spero di tornare a scrivervi parole più serene! :rolleyes:
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Messaggioda Sibilla87 » 09/02/2015, 13:34



Katatonia ha scritto:
Sibilla87 ha scritto:Coscientemente mi rendo conto che la vita non inizia e finisce con una laurea e ci sono cose ben più importanti, ma quando cado in questo vortice di malessere, mi sembra di non fare il mio dovere e non rispettare le regole che mi sono imposta (e delle quali parlavo nel post precedente), ma poi quando sto bene so che la vita può essere bella e piena e, in quei momenti, lo studio si inserisce naturalmente tra le cose che faccio, insomma se sono rilassata produco di più e meglio, ma credo che sia una regola universale. Non so perché abbia questo desiderio di punirmi, io. Forse perché è l'unico modo per rispettare le regole da me dettate. Sono la peggior guida di me stessa, ma non ne ho altre. Seguendo il consiglio di qualcuno che mi ha risposto nei giorni precedenti (se non hai voglia di studiare non farlo), chiudo i libri e me ne vado un paio di giorni a Roma da amiche. Chissà che riesca a rilassarmi per poi ripartire con il piede giusto.


Capita a tutti. È normale dopo essere cresciuti nella società delle credenziali, dove la laurea "serve" :facepalm: . Da piccolo la società ti convince che università = ufficio del collocamento allora tutto contento fai "ciò che ti piace", si ok fantastico.

Poi arrivi a 24 anni e già cominci a capire qualcosa. Fare ciò che piace è ok... a patto però di conoscere come gira il mondo e non una sua proiezione all'acqua di rose.
Tu non fai testo, puoi andare fuori corso quanto ti pare, stai comunque facendo una cosa importantissima: creando il tuo futuro sulla base di ciò che ti piace!!! :coolok:
Ebbene si, io penso che sia giusto che l'università non dia (necessariamente) lavoro, perché studiare dovrebbe essere innanzitutto qualcosa che si fa per arricchire la propria cultura. Il lavoro legato a ciò che si è studiato è un fatto del tutto accessorio e non può seguire necessariamente. Bello così nel mondo dei teletubbies: 100 giovani squattrinati = 100 studenti di giurisprudenza = 100 avvocati affermati. No, semmai 4 o 5 e solo perché ci sono paparino e mammina con lo studio già avviato.

Ognuno di noi dovrebbe ingegnarsi su come inventarsi un lavoro, non è più tempo di articolo 18, lavori a tempo indeterminato e utopie del genere. Quella è stata una parentesi assurda e economicamente insostenibile.

Attuata solamente per pemettere a destra e sinistra di comprarsi voti e silenzi lungo tutto lo stivale. Tant'è che anche per questo il welfare in Italia è un disastro e tutti possono vederlo ormai.

Io ringrazio la crisi, alla mia età. Sapete perché, perché mi sta costringendo a esprimermi e so che prima o poi un lavoro riuscirò a inventarmelo e riuscire a fare ciò che davvero, con la maturità, voglio fare.

Magari fossi nato 20 anni prima sarei finito a fare il dipendente da qualche parte, il salariato depresso perché non può esprimersi al meglio.

Meglio soffrire ora e rompersi i denti per anni (e che male che fa...) che un lungo morire.

Sibilla. Se proprio l'università ha perso di senso, metti pausa, pure per 1 o 2 anni, non succede niente.
Fa incetta delle tue esperienze di vita e lavorative, che ne avrai per come hai dovuto mantenerti e crearti una vita. Oguna di quelle anche la più insospettabile, anche tutti quei lavori gratis che hai dovuto fare per sperare (a me è capitato e capita ancora...) scoprirai che ti hanno insegnato qualcosa.

Il primo comandamento è FARE, non morire sui libri controvoglia perché poi un bene superiore ci dice che è un nostro "dovere". Son solo strascichi di una concezione di vita bislacca e obsoleta. Serve essere duttili e aperti di mente. Esiste sicuramente un'attività in grado di convogliare le tue capacità, poi noi universitari abbiamo il privilegio di trovarci a stretto contatto con i nuovi media e usarli.

Il cambiamento è ORA o sei dentro o sei fuori. Prova anche a dare un occhio lì.

Io presto, mi (ri)metterò in proprio :boxe:

poi se va male mi deprimerò e chissà cos'altro :cry2: ...ma pazienza, "life is a state of mind".
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